WNBA: IL TRIONFO “DELLE DONNE”
È stato un urlo lungo e liberatorio, di quelli che aspetti da troppo tempo per i maledetti pensieri accumulati, di quelli che rendono quel momento solo tuo, di quelli in cui dici a te stessa: “Ce l’ho fatta”. È stato così per “Double D”, protagonista assoluta di un campionato, e di una finale, che rimarranno nella storia. Elena Delle Donne ha letteralmente trainato, da dietro una mascherina protettiva e dopo tre ernie del disco, le Washington Mystics alla vittoria del loro primo titolo Wnba contro la compagine delle Connecticut Sun 89-78 in gara 5 (3-2). Ma non si è limitata solo a questo, poiché la numero 11 di origine italoamericana ha ottenuto altre importanti soddisfazioni: il suo secondo titolo di MVP (il primo nel 2015 con le Chicago Sky) e l’essere diventata la prima donna a chiudere una regular season con 51.5% da due, 43% da tre e 97.3% in lunetta, entrando nel cosiddetto “club 50/40/90” – un club che finora era riservato a soli uomini: Steph Curry, Steve Nash, Mark Price, Larry Bird, Kevin Durant, Reggie Miller, Dirk Nowitzki, Malcolm Brogdon.
Le Washington Mystics e le Connecticut Sun sono riuscite ad accedere alla finale dopo un campionato da record: 26 vittorie e 8 sconfitte per la squadra di Double D e 23 vittorie e 11 sconfitte per il team di una grande Jonquel Jones (25pt e 9rb in finale).
La fase playoff aveva visto la partecipazione di imponenti squadre, quali Phoenix Mercury e Minnesota Lynx (eliminate al primo round), Chicago Sky e Seattle Storm (eliminate al secondo round) e Las Vegas Aces e Los Angeles Sparks – eliminate rispettivamente da Washington 3-1 e Connecticut 3-0, quest’ultime entrate in scena solo nella semifinale da teste di serie.
La finale, al meglio delle 5, tra le due finaliste è stata al cardiopalma, poiché in nessun caso era consentito mollare. Un altalenarsi di vittorie e sconfitte che è andato dal 29 settembre, con la prima vittoria di Washington 95-86, passando per il recupero dell’1 ottobre di Connecticut 99-87 e del sorpasso Mystics 94-81 il 6 ottobre, all’8 ottobre con il pareggio 90-86 delle Sun, per poi terminare con la vittoria finale in gara 5 della squadra di Mike Thibault (in panchina dal 2012 ed ex coach di Connecticut). Per la terza volta, dopo le sconfitte del 2003 (contro Seattle) e del 2005 (contro Sacramento), Connecticut non ha raggiunto la piena vittoria.
Tra le grandi protagoniste un plauso speciale va ad Emma Meesseman, nominata MVP delle Finals (22pt, 3rb e 3asst in gara 5).
Edizione dopo edizione, ed un passo alla volta, la Women’s National Basketball Association è riuscita ad aumentare la sua sempre più grande fetta di pubblico che non solo partecipa attivamente alle partite live dai palazzetti, ma anche sui social, attraverso il coinvolgimento delle scuole, di associazioni benefiche e manifestazioni volte alla totale inclusione. La Wnba rimane e continua ad essere un esempio di professionismo cui ispirarsi.
Caterina Caparello