NESSUNA PAURA

ESTATE 2019

Con un sospiro di sollievo mi incammino verso l’uscita dell’aula 2 di via Celoria, conscia di esser sopravvissuta contro ogni previsione anche a questo semestre di lezioni. Dimenticandomi completamente di avere una carriera universitaria ed un’imminente sessione estiva, inizio fare programmi come quando ero al liceo, creando un tetris di impegni che mi permetta di avere a malapena il tempo di abbronzarmi. Figuriamoci di studiare.

Milano è un forno, dall’asfalto esce un caldo rabbioso e l’insegna luminosa della farmacia davanti alla stazione di Lambrate segna 31°C. Guardo con rammarico i miei pantaloni lunghi chiedendomi per quale motivo io mi ostini a vestirmi ogni giorno come se dovesse arrivare una tempesta tropicale. Ho preso su persino la giacca di jeans perché, come dice mia nonna, “si sa mai”. Già. Si sa mai che con la prova costume in arrivo mi venga un’improvvisa voglia di fare una sauna sciogli-grassi alle due di pomeriggio su un RegioExpress senza aria condizionata.

Dopo uno scatto felino per riuscire ad accaparrarmi uno degli ultimi posti disponibili (in piedi) sul treno, mi ritrovo in mezzo ad una folla in pieno stile ingresso di Gardaland la domenica mattina. Tempo cinque minuti di viaggio e siamo già fermi in mezzo al nulla. “Si avvisano i gentili passeggeri che, per un guasto generico, resteremo fermi per un po’ di tempo”. Esauriente, in tutte le accezioni.

Nonostante la mia libertà di movimento sia limitata a causa dei due energumeni che mi ritrovo ai lati, mi ricordo fortunatamente di esser dotata di pollice opponibile e, scorrendo sullo schermo del mio cellulare, da brava atleta inizio ad informarmi per quel che riguarda le metodologie di allenamento specifico fisico e mentale in preparazione della prossima stagione agonistica: i cosiddetti tornei 3vs3.

L’unica stagione che conta davvero.

 

ESTATE 2020

La pagina di Microsoft Teams è in caricamento da circa quindici minuti. Vorrei fosse una novità, ma sfortunatamente è il leitmotiv dell’ultimo infausto periodo, costellato da connessioni scarse e pc che decidono di alzare bandiera bianca al momento più inopportuno possibile. Dopo tre mesi di lezioni di nuoto in vasca da bagno, arrampicata sportiva sulle scale condominiali e atletica sul terrazzo, posso finalmente dichiarare concluso il più strano semestre di lezioni che mai si sia potuto vedere a scienze motorie.

La notizia della riapertura dei centri sportivi per bambini e ragazzi viene accolta con giubilo da parte di genitori e pargoli. Unica pecca: vietate le sfide che comprendano il contatto, quindi no ad 1vs1, 2vs2 e, soprattutto, 3vs3 (mannaggia). A distanza di due settimane di tecnica analitica individuale, i giovani cestisti si chiedono quale genere di inespiabile peccato devono aver commesso per meritarsi così tanto ball-handling.

La notizia della (purtroppo giusta) non-ripartenza dei tornei estivi, invece, viene accolta come la traversa di Trezeguet dai francesi ai mondiali del 2006. Non avendo mai avuto in prospettiva così tanti weekend liberi, mi lascio assalire dall’angoscia dell’ignoto. Cosa ne sarà di me? Gite da parenti mai visti prima? Pranzi con i suoceri? Domeniche al centro commerciale in balia della fidanzata (e del gel igienizzante)?

C’è una piccola speranza, per il 10 luglio. C’è la speranza di riuscire a poter tornare a riempire i campetti di airball, imprecazioni, dita insaccate, birre, mariti che scappano dall’appuntamento fisso con l’Ikea, amicizie che finiscono per un 21 a 19.

Insomma, nessuna paura.

Torneremo ad arrabbiarci più forte di prima.

 

Susanna Toffali