3×3 RACCONTATO DA PAOLA CONTU
Se dovessero chiedermi cosa sia la pallacanestro 3×3, risponderei di certo che è una ventata d’aria fresca, che ti porta, se sei davvero appassionato, a viaggiare per tutta Italia e non solo, pur di guadagnarti la “corona” di ogni playground.
Per i restanti umani… Il 3×3 è catalogato come uno sport di squadra, valida variante della pallacanestro 5vs5, si gioca solo su metà del campo regolamentare della pallacanestro, dove si confrontano due formazioni composte da tre giocatori (più un cambio per squadra). Ovviamente anche le regole di gioco sono differenti rispetto al basket a 5.
La storia ci dice che il 3×3 deriva dal basket giocato nei playground a stelle e a strisce e che ha preso la forma odierna a partire dalla fine dagli anni ‘80 con la stesura di un vero e proprio regolamento. Da allora il 3×3 si è diffuso in maniera crescente in tutto il mondo. Dal 2007 la FIBA organizza i Mondiali, gli Europei e il World Tour. Ed è proprio nel campo “pink” che possiamo vantare qualche pezzo importante, come l’oro guadagnato nel 2018 dalle nostre azzurre D’Alie, Ciavarella, Rulli e Filippi, con cui ho avuto fortuna e piacere di condividere (e vincere) parecchi tornei. Dal 2020 sarà presente anche ai giochi olimpici!
Come dicevo prima, la FIBA nel 2007 ha lanciato tutte le manifestazioni internazionali ed insieme agli arbitri, tra cui Gianluca Mattioli (colonna arbitrale e da poco scomparso), ha creato il primo regolamento ufficiale della pallacanestro 3×3. Dopo alcuni aggiornamenti nel 2015 è stato pubblicato il regolamento in uso ad oggi.
Ogni squadra è formata da tre giocatori, più un sostituto e, come detto prima, il gioco si svolge su di una metà campo con un solo canestro.
Il pallone utilizzato indifferentemente da uomini e donne ha la circonferenza di quello utilizzato nella pallacanestro femminile (misura 6) ed il peso di quello utilizzato nella pallacanestro maschile al coperto (peso 7).
Un sorteggio iniziale dà al vincitore la facoltà di scegliere se partire con il primo possesso o lasciare la palla agli avversari, così automaticamente si potrà avere primo possesso di palla in un eventuale tempo supplementare (ovviamente viene considerata una “mossa tattica”).
La partita ha una durata di 10 minuti oppure termina (anche prima dei 10’) al raggiungimento di 21 punti; se alla fine del tempo le squadre sono in parità si va ai supplementari e vince chi riesce a segnare per primo due punti.
Il gioco comincia con il check e si hanno 12 secondi per “attaccare il canestro”, la metà di quanto ne conceda il 5vs5, quindi lo sviluppo del gioco del 3×3 sarà sicuramente caratterizzato dalla velocità di gioco, di pensiero e di circolazione del pallone. Solitamente chi inizia a giocare il 3×3 ha come la sensazione di essere in apnea per tutti i 10’ di gioco, poiché c’è un numero veramente ridotto di “tempi morti”… Puoi respirare nei cambi, effettuati solo a gioco fermo, oppure durate il time out, uno per squadra, per partita.
Altra piccola grande differenza è che ogni canestro segnato da dentro l’arco vale un punto, da fuori due punti (proporzione differente tra tiro da 2 e tiro da 3 punti).
Non esiste un numero massimo di falli che un giocatore può commettere, ma dopo due antisportivi vi è espulsione. I falli sul tiro vengono puniti con un tiro libero se il fallo è commesso dentro l’arco, con due se fuori; al settimo, ottavo e nono fallo di squadra vengono assegnati due tiri liberi, dopo il decimo due tiri liberi più il possesso palla. Il fallo tecnico e quello antisportivo sono puniti con due liberi ed il possesso palla.
Proprio grazie a questa tipologia di gioco che si svolge in modo così rapido, il 3×3 è in grado di mixare una serie di emozioni che personalmente mi hanno portata a renderlo mio e non a considerarlo come alternativa, tanto da aver creato il team “Teste di Nailon”, che negli anni si è migliorato e ampliato fino ad arrivare ad avere un organico di circa 16 atlete, che nel campionato a 5 militano tra A1, A2 e serie B. Un progetto in cui ho investito anima e corpo e che mi ha permesso di mettermi in evidenza negli anni; soprattutto la stagione estiva 2018 è andata benissimo e così nel giugno 2019 ho avuto l’onore e il piacere di vestire la maglia azzurra durante gli European Games a Minsk, in Bielorussia.
Esperienza indescrivibile e sicuramente tappa molto importante di crescita sia come giocatrice che come persona, in cui ho avuto l’opportunità di confrontarmi con realtà cestistiche differenti dalle realtà dei campetti italiani a cui ero abituata.
Per chi, come me, vive di pallacanestro a 360° è d’obbligo cercare di creare un legame forte tra questi due sport, così simili ma allo stesso tempo così diversi. Così come è d’obbligo cercare di fare tesoro di ogni insegnamento appreso nel 3×3 per utilizzarlo anche nel 5vs5.
Paola Contu